Si può imparare a scrivere bene (sul serio)? Certo che si può! Bisogna solo stare attenti a non incappare in alcuni degli errori più comuni dell’autore emergente.
Oggi vi racconto quello che ho imparato in questi anni di salite e discese (più salite che discese, ma non ditelo a nessuno…). A un certo punto della mia “vita da scrittrice” ho tirato la famosa linea e mi sono detta:
“Ho sbagliato tutto, ma chi me l’ha fatto fare!”
A questo proposito voglio dirvi una cosa molto importante a cui ho pensato dopo un po’ di tempo e che probabilmente saprete già: sbagliare non è la fine del mondo. Sì, perché la cosa bella della scrittura è che da un foglio bianco si può (quasi) sempre ricominciare.
Quindi non mollate, anche se scrivere per pubblicare un libro non è una passeggiata di salute. Anzi!
Volete sapere perché? Nooo? Pazienza, ve lo dico lo stesso.
- Bisogna avere tanta pazienza (quasi fino a farvi spuntare l’aureola) e rimanere sulle spine per parecchi mesi prima di ottenere una risposta da un editore. E, dulcis in fundo non è detto che arrivi (Azz!).
- Il libro deve o dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere sottoposto a un numero periodico misto di revisioni prima di vedere “la Luce”. In certi casi (non sempre, eh!) dopo due o tre letture sommarie l’autore getta la spugna e pubblica il romanzo così com’è, senza pensare alle conseguenze devastanti che potrebbe scaturire. Le critiche spietate sono lì, dietro il primo angolo ad aspettarlo e dargli un sacco di mazzate sui denti che se le ricorda!
- Il selfpublishing è una strada rischiosa, perché spesso, per motivi economici o per scelta, l’autore non si affida a professionisti (editor, grafici, impaginatori).
- Non pubblicare, dopo aver ricevuto un rifiuto da più editori, a volte, può rivelarsi – non dico “la scelta” migliore –, ma la più sensata. Evidentemente, c’è qualcosa che non va nel vostro libro. Vi toccherà prenderne atto e rivedere un po’ di cose.
Potrei andare avanti all’infinito con l’elenco degli ostacoli di cui uno scrittore deve tenere conto prima di ottenere timidi riscontri positivi, ma è meglio che mi fermi qui.
Paura eh?! Lo so, vi sto terrorizzando e la cosa mi diverte…
Tranquilli, è solo l’inizio.
C’è poco da fare, gira che ti rigira ha ragione Snoopy: scrivere è un lavoro duro, durissimo (aggiungo io). Altro che “notti buie e tempestose”!
Scrivere (sul serio) è una bella gatta da pelare (miao!)
Per prima cosa, una storia deve maturare, emozionare, brillare e convincere, però… che fatica mettere un punto e iniziare a riconoscere i propri limiti
A proposito di punti e…
Ogni scrittore vorrebbe arrivare a metterne più di uno (di punto fermo) sul proprio curriculum letterario, ma non sempre è possibile.
…di limiti.
L’aspetto bizzarro è che, mentre nella vita spesso si è costretti ad arrendersi di fronte all’evidenza o a rassegnarsi, nella scrittura questo succede raramente. Non si capisce come mai lo scrittore emergente faccia una gran fatica ad ammettere i propri limiti o a incassare le critiche, seppure costruttive. I no non piacciono, nonostante in alcuni casi siano motivati e l’autore persevera diabolicamente senza cambiare una virgola del testo (altro che punti!). Risultato? Chi è portato a crederci troppo, nonostante i “lascia perdere, scrivere (seriamente) non fa per te”, molte volte finisce per pubblicare lo stesso pur di vedere il proprio nome su una copertina. Per fortuna non è sempre così! Bisogna spezzare una lancia a favore di chi non riesce per una serie di circostanze che non dipendono dalla qualità del testo.
A scrivere bene (sul serio) s᾿impara con il tempo e con l’allenamento
!Consiglio
Fate indigestione di grammatica. Qualunque dubbio vi venga in mente, andate a controllare, studiate le regole. Non fermatevi al vostro presunto sommo sapere che, con tutto il rispetto (nessuno si offenda), non sarà mai attendibile come quello di un docente o di un dizionario.
La scrittura è insidiosa, va oltre i concetti di creatività e ispirazione; non è l’espressione di un desiderio, di un sogno da realizzare a ogni costo. La scrittura è una continua caccia al tesoro, un continuo studio delle regole grammaticali e delle espressioni linguistiche. Solo con il tempo e l’allenamento s’impara a capire ciò che non serve e ciò che serve.
Scrivere è riuscire a trovare un equilibrio tra voi e una forbice potatrice. Via i rami secchi! Tagliate, riscrivete, spostate, rileggete
Il superfluo va tolto per ottenere il buono di un testo. Più diventerete essenziali, più avrete buone possibilità di imparare a scrivere (seriamente) e pubblicare. Leggete di tutto. La lettura vi aiuterà tantissimo ad ampliare la proprietà di linguaggio e la capacità espressiva.
!Consiglio
Provate ad aprire un blog. Scrivere articoli è un buon modo per tenersi in allenamento
Raccontare è emozionare, scoprire, frugare addosso alle persone, scavare nelle cose vecchie e nuove che vedete e sentite, senza aver paura di svuotarle, di svelarne segreti, abitudini, paranoie, sfumature, difetti.
Scrivere corrisponde a tutto questo, ma soprattutto all’esigenza che vi ha spinto a farlo
Una storia deve maturare
Eccoci a un altro punto dolente. Una storia pubblicata prematuramente può essere paragonata a un frutto caduto dall’albero troppo presto. Ogni storia ha una stagione, “la Sua stagione”, proprio come per i frutti. Avete presente no? Quante volte vi sarà capitato di mangiarne di acerbi e rimanere delusi dal gusto. Eppure, quando l’avete colto il colore e la consistenza vi sembravano quelli giusti. Tuttavia, al primo morso vi accorgete che non era ancora il momento. Per i libri è lo stesso.
!Consiglio
lasciate decantare il testo. Riprendetelo dopo un po’ di settimane o se potete, anche qualche mese
Una storia deve brillare…
Immaginatevi in un labirinto. La visibilità è poca, le siepi sono alte e fitte. Senza un buon senso dell’orientamento, con ogni probabilità qualunque tentativo improvvisato di trovare una via d’uscita risulterebbe vano.
!Consiglio
non abbiate fretta! Valutate bene ambientazione e personaggi. Mettete giù un mini-progetto sui punti focali della storia. È facile perdersi scrivendo a ruota libera
Eccoci alla domanda fatidica: scrivere o non scrivere? Questo è il dilemma!
Bella domanda a trabocchetto. Per rispondere bisognerebbe aggiungere sul serio, perché ci vuole professionalità e preparazione. La passione da sola non basta. Sul serio significa che vorreste che gli altri vi leggessero e che magari vi apprezzassero. Altrimenti, lasciate il vostro libro nel cassetto, nessuno si offenderà e nessuno potrà mai impedirvi di scrivere per puro diletto. C’è poco da fare: tra scrivere sul serio e farlo per hobby c’è una bella differenza. Un romanzo può considerarsi pronto quando incontra il lettore e le sue critiche, fa parte del “gioco”, che gioco non è. Ah, non ve l’ho detto: presto uscirà il mio nuovo romanzo. Passate parola!
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