Manuela Simoncelli
InterstArtista

Manuela Simoncelli: “Non potrei dare un senso alla mia esistenza senza l’arte”

Per la rubrica IntervistArtista, oggi ho il piacere di ospitare Manuela Simoncelli, pittrice e illustratrice che ho potuto apprezzare per alcune sue coinvolgenti opere e non solo.

Leggendo un incantevole libro, “La Bambina Del Treno” di Lorenza Farina (Edizioni Paoline), illustrato proprio da Manuela, ho potuto osservare da vicino un’anima artistica piena di colori e di messaggi speciali che meritano di essere compresi con attenzione.

Prima di lasciarvi all’intervista, vi invito alla lettura della consueta nota biografica. Dimenticavo: date anche un’occhiata all’identikit d’artista, scoprirete qualche piccola curiosità in più…

Bene, cari lettori, non mi resta altro che augurarvi buona lettura!

Manuela Simoncelli

Breve biografia di Manuela Simoncelli

MANÙ (Manuela Simoncelli) ha trascorso i primi anni della sua infanzia a Corryong in Australia, dove è nata nel 1959 da genitori italiani. Ha vissuto, poi, a lungo a Bologna dove ha compiuto studi artistici regolari, completati a Firenze. Ha la casa e l’atelier nei pressi di Bassano a Mussolente in provincia di Vicenza. Si è data notorietà con molte illustrazioni per libri e giochi destinati all’infanzia. “Il giro dell’oca di Pinocchio” e “La Giostra di Pinocchio” sono due sue creazioni recenti prodotte e commercializzate dalla Arbos di Solagna/Vicenza. Della sua pittura hanno scritto (in ordine alfabetico): Giuliana Lucia Barosco, Silvia Camerini, Lino Cavallari, Giancarlo Dal Moro, Bartolomeo De Gioia, Valerio Dehò, Arnaldo Felletti, Roberto Giungi, Enrico Guidi, Salvatore Maugeri, Anna Romagnoli, Enzo Rossi-Ròiss, David Russell, Gregorio Scalise, Tiziana Tartari, Peter Van Der Glossen, Roberto Vitali, Serena Vivian.

Per visitare il sito di Manuela Simoncelli clicca QUI.

Intervista a Manuela Simoncelli a cura di Marina Atzori

Buongiorno Manuela, benvenuta su Verba Spinosa.

Buongiorno Marina.

Voglio innanzitutto ringraziarti per avermi invitata nella tua rubrica. Sono felice di rispondere alle tue domande: attenta come sei ai particolari dell’operato di illustratori e autori a cui dedichi belle recensioni.

Grazie a te, per aver accettato il mio invito. È un onore, oltre che un piacere averti qui.

  • Che cosa rappresenta l’arte, per te?

Il mio operato è sostanzialmente un atto d’amore. Appassionata all’arte e a tutte le sue sfumature, non potrei dare un senso alla mia esistenza senza l’arte. Quindi per me è vita, respiro, è l’ossigeno. Si può vivere senza ossigeno? Ci si dimentica spesso che vivere senza ossigeno è impossibile. Non riesco a vivere senza i colori, il disegno, la grafica. Ma soprattutto senza Poesia. La poesia che si trova attorno a noi. Che si fatica a scorgere a volte. Ma quando la incontri, ti fa sentire in armonia con il mondo. Un amore verso la Natura che sussurra molto più di quello che crediamo di cogliere e capire.

  • Quali messaggi è possibile leggere nelle tue opere?

Nelle mie opere cerco sempre di trovare una linea di lettura, il respiro, attraverso la poesia. È quel sapore, odore, che dall’infanzia mi accompagna. Il profumo di casa, del bosco, del mare. Cerco di trasmettere attraverso le mie illustrazioni queste atmosfere che trasmettono il senso più nascosto e vero delle cose.

  • Illustrazione e pittura: attraverso quale di queste due forme d’arte riesci ad esprimere al meglio i tuoi stati d’animo, e per quale motivo?

L’arte, come la intendo, è mediatrice di una narrazione, di un pensiero che svela un punto di vista arricchito dalla partecipazione emotiva e da urgenze espressive degli artisti.

Non trovo differenza tra illustrare storie per bambini e la mia ricerca artistico-pittorica. Trovo che la matrice sia la stessa. È probabile che nella pittura ci sia una minore proiezione verso lo sviluppo narrativo inteso come racconto vero e proprio. Nella pittura cerco una maggiore sintesi e maggiore libertà. Ma quando devo illustrare una storia ciò che vincola alcune scelte, arricchisce la fantasia. La storia è un punto saldo in cui sviluppare una doppia storia parallela che può vivere una sua esistenza, delicata tanto da non mettere in ombra la storia stessa.

  • Tra le tue innumerevoli collaborazioni artistiche sono presenti diversi libri per l’infanzia: uno di questi è “La Bambina Del Treno” di Lorenza Farina. Mi racconti come vi siete “scelte” tu e Lorenza?

Così è avvenuto quando ho illustrato “La Bambina del Treno” di Lorenza Farina pubblicata da Paoline editore. Un lavoro che ha faticato ad iniziare. Dopo molti schizzi, ho sentito la necessità di trovare una possibile lettura poetica. Nulla di più difficile visto l’argomento storico tragico della Shoah. La farfalla mi ha salvata! La farfalla che si posa sul filo spinato, nell’arma del soldato tedesco, che diventa abbraccio della mamma, e speranza di felicità. Ringrazio sempre Lorenza per avermi data l’opportunità di illustrare questo libro che amiamo tanto e con cui ho realizzato altri libri come “Il Guerriero di Legno” e “Andrea non ha più paura”.

  • Nei tuoi disegni è evidente un’affinità emotiva con la natura e i suoi meravigliosi colori; anche gli animali sono una presenza costante. A proposito, c’è un essere vivente in particolare in cui ti ritrovi e che rispecchia la tua personalità artistica?

 La Natura mi segue sempre e in questi libri esprimo con Lorenza un amore forte per gli alberi.

  • Ho letto sul tuo sito che organizzi alcuni laboratori creativi per i bambini. Com’è nata, per esempio, l’idea di “Costruire il libro”? E come è stata accolta dai piccoli artisti? 

Quando incontro i bambini nelle scuole materne e primarie, sento l’urgenza di trasmettere rispetto verso il prossimo e la Natura. Tutto ciò che ci sembra diverso, lontano, diventa importante per capirne la ricchezza. Nei numerosi laboratori che ho ideato e condotto con i piccoli, mi sono accorta quanta libertà espressiva vive in loro. Rimango ogni volta stupita dalle loro soluzioni estetiche.  Si stupiscono le insegnanti, quando tra le loro mani vedono i libretti dei bambini, con più difficoltà scolastiche, tra i più belli.

Manuela Simoncelli

  • Un quadro e un libro preferiti?

Il mio quadro preferito… qui è difficile rispondere. Amo “L’Annunciata” di Antonello da Messina, “La ragazza con l’orecchino di perla”, di Vermeer; un altro artista che amo tantissimo è Casorati. Nelle sue opere c’è magia ovunque. La descrizione della realtà sublimata e resa più bella di sé stessa… appunto realtà magica. Nella “Bambina che gioca su tappeto” c’è tutta questa essenza.

Poi, vediamo… amo per la sua ambiguità il capolavoro intitolato “Gabrielle D’Estrées e sua sorella” di anonimo francese del XVI secolo. Mi affascina il mistero dell’autore sconosciuto, l’ambiguità della scena in primo piano, la descrizione della complicità delle due ragazze, la visione dell’immagine in secondo piano che apre la scena a una possibile storia in un interno, ritmo di vita domestica.  Se il tempo e la sensazione del suo scorrere mi affascina, il ritmo della vita di ogni essere e luogo, mi affascina il suo fluire lento. Questo tempo sospeso lo trovo in alcune opere letterarie e fra queste il mio libro preferito è “Il Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati, il cui tema centrale è quello della “fuga del tempo”.

  • Chi è Manuela lontana da tela e pennelli?

Sono una musicista, laureata al Triennio Accademico del Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto in Canto Jazz.

Quindi traggo ispirazione dalla Musica Jazz, Classica…

Recentemente ho collaborato con il docente di Composizione del Conservatorio e la sua classe, accompagnando alcuni brani dei giovani compositori con le immagini e l’ausilio della lavagna luminosa, in contemporanea con l’esecuzione della musica.

…Una splendida esperienza.

Spero rimanga in me accesa sempre quella vena improvvisativa che mi caratterizza sia come cantante che come artista.

Grazie per essere stata mia ospite. È stato un vero piacere intervistarti.

Alla prossima, cara Manuela.

© RIPRODUZIONE RISERVATA | 04 febbraio 2020 (10:00

Manuela Simoncelli

“Urlo e Silenzio” di Manuela Smoncelli

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