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Luigi Lai e l’anima Neo Pop dei suoi quadri

Intervista a Luigi Lai a cura di Marina Atzori

Luigi Lai e l’anima Neo Pop dei suoi quadri sono protagnisti di questa IntervistArtista. Nelle sue creazioni spiccano colori e originalità.

Luigi Lai e l’anima Neo Pop dei suoi quadri

Luigi LaiLe esperienze di viaggio all’estero hanno permesso a Luigi Lai di guardare oltre, visitando diverse gallerie in Europa, ampliando in questo modo, i propri orizzonti e portando con sé l’anima dell’Isola sarda a cui appartiene, insieme ai suoi dipinti.

I soggetti raccontano piccoli e grandi spaccati di storia rurale di Sardegna, le cui radici profumano di antico e di leggenda, ma anche e soprattutto, di futuro e di contemporaneità. Il pittore cagliaritano si propone di sensibilizzare il tessuto sociale esprimendo l’esigenza di comunicare una svolta, restituendo una notevole importanza alla cultura e alla tradizione del territorio sardo. Il suo stile ricalca per molteplici aspetti quello della Street Art che si improvvisa portavoce e specchio della realtà quotidiana, rivelandosi una vera e propria fonte preziosa di intercomunicazione, con il fine ultimo di accantonare l’opacità dell’indifferenza nei confronti dell’arte stessa. La sua creatività si contraddistingue particolarmente nel mostrare un ventaglio di soggetti naturali, di fisicità, di colori decisi e ben definiti che ne esaltano la bellezza e l’immediatezza.

  1. Se dovessi descrivere le tue Opere d’arte attraverso una serie di emozioni abbinate ai colori, quali sarebbero e come le abbineresti?

Carissima Marina,
È con gioia che vado a rispondere alle tue domande!

I miei colori preferiti sono il giallo e l’arancione, seguiti dal celeste.
Amo i contrasti, sia nella vita che nelle emozioni che traduco in pittura attraverso i colori.
Colori caldi che mi danno gioia e movimento, colori freddi che mi fanno pensare e riflettere.
Sono così, riflessivo e passionale, amo le sfide, vado molto “a pelle” e mi butto senza troppo riflettere su progetti o temi che mi appassionano da subito, sono insomma per gli amori a prima vista. Ma nel contempo pondero, con accortezza, certe scelte, nella vita e nelle mie Opere. Nulla è lasciato al caso, tutto è frutto di un accurato studio cromatico, di forme e di contenuti.

  1. Da dove nasce l’intuizione di unire arti moderne e contemporanee come la Pop Art e la Street Art un’Isola come la Sardegna, carica di tradizione e di storia?

Il quadro della svolta è senza dubbio il “Sax Nuragico”, opera concepita nel 2011 e realizzata all’inizio del 2012, anno della mia prima Mostra personale.
L’idea di utilizzare I Giganti di Mont’e Prama in altre vesti è nata per caso, durante una conferenza di Leonardo Melis. In quel periodo stavo lavorando su dei soggetti che rappresentavano dei musicisti jazz, altra mia passione. Il progetto era a buon punto, però mancava un viso non convenzionale. Non so perché, ma durante la conferenza, si è accesa la classica lampadina! Tutto tornava, fondere modernità e tradizione attraverso l’arma dell’ironia. Ho pensato: oggi i Giganti cosa avrebbero fatto per vivere o per passione? Difficilmente gli arcieri, magari invece i musicisti jazz! Così è nata la prima serie di Giganti e si è innescato nella mia mente l’inizio di un processo creativo che prosegue tutt’ora. Mi sono accorto che non esiste un Movimento Neo Pop storicizzato in Sardegna. Io cerco di dare il mio piccolo contributo introducendo tematiche, tecniche e visione moderna della nostra Terra. Guardo con rispetto e stima i grandi artisti prodotti dalla nostra Isola, ma credo ci sia la necessità di osare e produrre qualcosa di diverso, attingendo a stili che, come la Neo Pop Art e la Street Art, raccontino mirabilmente la realtà contemporanea.

  1. Se avessi a disposizione solo il bianco e il nero, quale sarebbe il tuo soggetto e il messaggio contenuto in esso?

Bella domanda, per un colorista come me è difficile immaginare solo due colori e per di più, dei “non colori”! Ma indubbiamente questo permette di arrivare all’essenza delle cose, di non perdersi tra l’inganno e la frivolezza dei colori. Ritorno sulla figura dei Giganti di pietra, userei quei visi per indicare la mia necessità di “localizzazione” delle emozioni e della vita contro la “globalizzazione” che appiattisce e uniforma tutto, privando dell’identità, patrimonio prezioso di ciascun popolo.

  1. Chi è Luigi Lai, senza pennelli, china e tavolozza?

Luigi nella vita reale è un Dentista che vive con passione la propria “missione professionale”. Amo, al di fuori del lavoro, l’Arte in tutte le sue forme, adoro leggere e mi rifugio spesso tra le pagine dei miei libri. Mi piace ascoltare la musica anche quando dipingo, il teatro, i concerti, le chiacchierate con gli amici, i viaggi che mi hanno aperto la mente e arricchito sempre di più. Amo in senso più ampio la Vita, la vedo a colori, ricca di giallo, di arancione e di celeste!

Pagina Facebook dell’artista Luigi Lai

Ringrazio di cuore Luigi Lai per avermi concesso questa intervista. Per me è stato, oltre che un immenso piacere, un onore.

Luigi Lai ha realizzato la copertina del mia silloge poetica “Nubi Spettri e Mulini a Vento” (Edita da EEE).

Luigi Lai e l’anima Neo Pop dei suoi quadri

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