Storia di una balena bianca raccontata dal lei stessa | Recensione a cura di Marina Atzori
“Il segreto del mare in un libro”
Nonostante Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa si ispiri chiaramente al celeberrimo romanzo Moby Dick di Herman Melville, come potrete immaginare, non è possibile fare un vero e proprio confronto tra le due storie.
Entrambe conservano una magia propria e unica nel suo genere, seppure siano state scritte in epoche differenti. Naturalmente lo stile e il racconto sono completamente diversi tra loro. In più, la storia di Sepúlveda, come per gli altri suoi racconti, è molto più breve e contemporanea di quella di Melville.
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Copertina rigida: 107 pagine
Editore: Guanda (15 novembre 2018)
Collana: Le Gabbianelle
Lingua: Italiano
Dopo un brevissimo salto nel passato, veniamo al protagonista di questo libro: un capodoglio. Vi invito a non farvi trarre in inganno dallʼarticolo indeterminativo, perché il capodoglio di Sepúlveda non è una balena qualunque ma è “il capodoglio color della luna”, vale a dire un essere vivente, il più grande dellʼoceano, dotato di sensibilità e di emotività che rimandano alla purezza del colore che gli appartiene: il bianco. La balena bianca di Sepúlveda si esprime attraverso il dono della parola e dice ciò che sente, mettendo a nudo pensieri profondi quanto il mare che la ospita nel suo eterno peregrinare. È in questa scelta (nel fare raccontare la storia alla balena stessa) che Sepúlveda riesce a gettare unʼancora e un ponte per il lettore.
Il cuore della storia è il messaggio di cui il capodoglio si fa portavoce; un messaggio che passa senza forzature e che porta il lettore a vedere le cose da un punto di vista inconsueto, a dir poco unico. Un capodoglio che apprende quali sono le insidie del suo mare, tanto immenso, quanto pericoloso.
Questa storia è unica perché parla di migrazione, di soprusi che spesso vengono messi a tacere perché giudicati meno importanti, forse, o perché gli interessi e il dio denaro sono più forti dei principi morali.
Definire “favola” Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa scaturirebbe considerazioni riduttive, perché questa storia racchiude molto di più di una sua collocazione in un genere letterario preciso.
Mi è arrivata per quello che credo sia: un racconto speciale che merita di essere letto da chiunque. Questo libro va oltre un’etica e uno sfondo educativo, perché Sepúlveda scrive libri, non solo per bambini che cresceranno e che un giorno diventeranno più consapevoli delle problematiche legate al mondo che li circonda, ma scrive ugualmente per un pubblico adulto che avverta la necessità di immergersi in una lettura che possa lasciare sensazioni che non si perdano un minuto dopo aver letto l’ultimo capitolo.
Lo scrittore cileno, conosciuto per le sue battaglie ambientaliste, ancora una volta dà valore allʼessenza della Natura, al rispetto che troppo spesso le viene negato in nome di una supremazia umana priva di scrupoli. Dopo, Storia di una lumaca che scoprì lʼimportanza della lentezza, Storia di un cane che insegnò a un bambini la fedeltà, questa volta, Sepúlveda ci porta con sé a conoscere gli abitanti di un universo marino violato dallʼuomo e differente da come lo si può immaginare.
Cʼè più di un passaggio che mi ha colpito nel libro. Tuttavia, voglio soffermarmi su due frasi che ho ritenuto significative. Le parti di dialogo che riporterò in seguito appartengono allʼincontro tra lʼalbatros e il capodoglio color della luna.
Lʼuccello marino riassume una verità dura da accettare per il capodoglio…
«Gli uomini vengono da molto lontano e nulla frena la loro cupidigia, nemmeno la morte.»
Luis Sepúlveda, attraverso questo incontro tra la balena e lʼalbatros, invita il lettore a nuotare tra le acque fredde e le acque calde dellʼoceano. Il viaggio è tra le onde, dentro un silenzio ovattato, a volte irraggiungibile, a volte intoccabile, altre volte persino inverosimile.
Di seguito un altro passaggio in cui lʼuccello marino prosegue nel suo intento: mettere in guardia il capodoglio attraverso parole che subito spaventano e un momento dopo quelle stesse parole angosciano e suonano quasi come una profezia.
«Verranno inesorabilmente. Nelle loro navigazioni uccidono balene, delfini, leoni marini, foche, trichechi, pinguini, gabbiani. Ogni essere che vive in mare finisce nei loro calderoni, trasformato in grasso oppure in olio.»
Non si tratta “solo” di sensibilizzare il lettore, ma di avvicinarlo a ciò che non si può toccare ma sentire, se si è attenti. Mi riferisco a quellʼoltre di cui ho parlato all’inizio, all’antico idioma del mare, un suono che vale la pena di ascoltare.
La voce del capodoglio color della luna viene fuori dalle pagine di questa storia per scuotere le coscienze dal torpore, per rivelarsi sottoforma di richiesta dʼaiuto.
No, non siamo abituati a sentire tutto questo.
Il mare, in questa storia, ha il sapore della memoria e della saggezza, il suono di una eco che torna indietro anche se giunge da unʼanima delicata e da un corpo robusto, ferito, di un essere vivente carico di sofferenza, preda di spietati cacciatori che lo costringono alla fuga perenne da un capo allʼaltro degli oceani.
L’autore entra nel vivo del blu del mare in punta di piedi, sfiora lʼazzurro e ci fa vedere il turchese.
Ogni sfumatura è al suo posto. Sepúlveda è capace, con maestria, di smuovere le acque degli abissi, di portare in superficie una storia sommersa, sì fiabesca, ma anche toccante e soprattutto coinvolgente, dove la solitudine e la paura nascono dagli occhi di un grande capodoglio del colore della luna che dovrebbe proteggere con tutte le sue forze se stesso e la sua specie, ma non sempre ci riesce.
Per il capodoglio color della luna, il sogno di vivere in un mare più puro e senza balenieri sembra essere sempre più lontano da rive sicure cui approdare. Il capodoglio sarà accompagnato da un segreto, in tutta la storia. Chissà se riuscirà a diventare più coraggioso e consapevole…
Io coltivo un sogno dopo aver letto questa storia, e spero che a coltivare lo stesso sogno saremo in tanti: vorrei che la crudeltà dellʼuomo avesse fine sia nei confronti di tutti gli esseri viventi, sia nei confronti di sé stesso.
Libro Super consigliato da Verba Spinosa. Perciò punteggio fiore massimo per questa ultima novità di Luis Sepúlveda: 5 Margherite per Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa.
Buona lettura!