Il Montgomery Rosso è il libro di cui vi parlerò oggi. Non vedo l’ora di condividere con voi le mie impressioni su questa lettura, che offre alcuni spunti interessanti. Come sempre, stay tuned, perché alla fine assegnerò alla storia il PunteggioFiore di VerbaSpinosa.
Il Montgomery Rosso, piccola grande storia di una vita non facile
Recensione a cura di Marina Atzori
In corsivo troverete alcuni passaggi significativi che mi hanno colpita e che vi aiuteranno a entrare meglio nella storia.
Protagonisti
Teresa, Maria e Ugo, Ada e Mimmo. Ciascun protagonista ha un’anima differente e due temi in comune: la famiglia e il futuro incerto, minacciato dall’austerità della guerra.
Teresa non ha tempo di farsi bella neanche la domenica…
Maria non ha mai avuto tante occasioni per uscire con gli amici…
A Ugo la vita dura dei castagneti non piace. A diciassette anni decide di arruolarsi.
Ada è ancora una bambina, ma ogni giorno parte dal quartiere Casilino fino alla Piramide per portare il pranzo alla sorella, controllare che mangi e poi tornare indietro con le ciotole vuote.
Di carattere socievole e solare, Mimmo manda diplomaticamente a quel paese il professore, si prende la bocciatura con onore e decide di lasciare gli studi e cercarsi un lavoro.
Descrizione
La storia di una vita. La storia di amori diversi. La storia di due famiglie. Storie di un’Italia del dopoguerra. Storie di tradizione e cultura popolare. Matesch è una artista romana. Fotografa, scrittrice e articolista web, si occupa di sport e di fotoarte, qui al suo primo romanzo. In evidenza la storia della sua famiglia, le origini, la bellezza e la difficoltà degli anni bui dei dopoguerra, con sogni, ambizioni e senza una lira in tasca. A volte i sogni sono piccole conquiste, altre volte la realizzazione delle proprie ambizioni. In quegli anni era difficile sognare ma le mete del cuore seppur lontane erano poi, per sempre.
- ASIN : B07KLQF9DW
- Editore : Self publisher (19 ottobre 2018)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 200 pagine
- ISBN-13 : 979-1220039192
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Un tempo intriso di ricordi che lasciavano un segno nel cuore e nella mente delle persone dell’epoca
Mentre leggevo Il Montgomery Rosso ho immaginato l’autrice che, affacciata alla finestra del passato, prendeva appunti e coglieva i dettagli di una visione del mondo meritevole di finire tra le pagine di un libro. Servono anche a questo i libri, a non dimenticare, a dare voce e linfa alle storie di un tempo che non c’è più. Un tempo intriso di ricordi che lasciavano un segno nel cuore e nella mente delle persone vissute in quell’epoca. Matesch è un’abile narratrice, un’attenta osservatrice, presente e scrupolosa, capace di coinvolgere il lettore nelle decisioni sofferte dei protagonisti. È brava a ricalcare lo scenario delle dinamiche familiari, a mettere in luce una per una le tappe in bianco e nero, che fanno da sfondo.
Il Montgomery Rosso è un viaggio che potrebbe somigliare a un libro-documento
con tanto di riferimenti storico-culturali al dopoguerra, periodo di migrazione verso l’Australia, il Canada e l’America, ma anche verso la Città Eterna, Roma. I sogni, in Italia come in altri paesi colpiti dal dramma della guerra, non erano contemplati, faticavano a entrare nelle case, perché le priorità erano altre. Salvarsi, ricominciare, trovare un modo e un Motivo per vivere, per svegliarsi il giorno dopo e andare avanti nonostante le difficoltà. Matesch riesce a creare l’atmosfera di una pace silenziosa, desiderata, come un incantesimo che si tramuta in risalita e mitiga la disperazione.
Il Montgomery Rosso racconta la ricerca spasmodica del cambiamento, i sentimenti radicati e forti, e i volti, così ben descritti da sembrare fotografie di un album ritrovato. Ho avuto l’impressione di sfogliarlo e riconoscerli quei volti, mentre camminavano nei vicoli e per le strade dei borghi antichi
Matesch dà spazio ai sentimenti. Apre e chiude parentesi di quotidianità. Il Montgomery Rossso si rivela come un caldo abbraccio che avvolge, capitolo per capitolo il lettore. I pensieri prendono forma e colore anche nei dialoghi, che dannno forza narrativa al ritmo e agli intrecci, perché sono veri e carichi di semplicità. Nell’ambientazione si respira autenticità, tradizione e non scelte che pesano come macigni sulle vite dei personaggi. Il Montgomery Rosso affronta tematiche legate da sempre all’essere umano: il coraggio, i legami affettivi, e la paura della felicità, a volte vicina e a volte così lontana da non riuscire a sfiorarla nemmeno con il pensiero. Si arriva al punto di domandarsi se la felicità esista o se sia il frutto di un’illusione, di un privilegio per pochi eletti che riescono a fuggire dalla realtà, anche per pochi attimi.
Non mancano la fragilità e la delicatezza con cui Matesch racconta la povertà, che si trasforma in ricchezza d’animo
La tovaglia di cotone rosso, i tovaglioli di colore bianco del servizio del matrimonio di Maria e Ugo, i piatti in ceramica bianca con fiori e bordature dorate, le posate di finto argento e i bicchieri trasparenti, tutti spaiati.
In questo romanzo si incontrano i contadini di provincia. Si sentono i profumi dei mercati rionali, del sugo, dei dolci appena sfornati, dello zucchero filato, del croccante delle fiere, e delle feste che uniscono e dividono. Intorno a tutto questo sono stati espressi i valori di una volta, in cui non si dava quasi niente per scontato. La cultura popolare e le tradizioni che vengono tramandate di generazione in generazione sono al centro della storia.
[…] La famiglia si può permettere solo questo, ma nonostante le ristrettezze economiche, Teresa cerca sempre di dare una luce diversa al suo appartamento al piano terra di Via Trivelli. La via si snoda dal centro del paese, in salita o in discesa, dipende dai punti di vista, verso la antica Chiesa di Sant’Anna, rifugio per le anime del quartiere e per Teresa, che nella sua vita trova sempre meno tempo per pregare quel Dio che non ascolta mai. […]
La guerra
[…] Il suo ricordo indelebile è il rumore del cielo. Grossi aerei scuri che passano sopra le loro teste, prima verso il Mare Adriatico, poi verso il Gran Sasso e la Maiella, rumori come nelle notti di temporale, ma questi rumori e il fischio assordante che lasciano ti restano dentro le orecchie e non passano mai, a distanza di anni non passano mai, perché c’è sempre un rumore simile a ricordarli. […]
Infine…
…un negozio di abiti eleganti e costosi. Un Montgomery Rosso per ripararsi dal freddo dell’inverno può essere un lusso. Ma l’inverno non è quello che tutti potremmo immaginare, con la neve sulle cime e sui tetti. L’inverno non è solo freddo pungente, è molto di più per Matesch.
[…] I nuvoloni bianchi non portano pioggia, ma sembrano enormi ciotole di panna montata in mezzo al mare blu. È un inverno freddo nella Città Eterna, il vento di Tramontana taglia il viso e non si può uscire senza sciarpa, guanti e cappello di lana. […]
[…] Ada resta abbagliata dalla vetrina a destra della porta di entrata. In bella mostra, appeso, senza manichino, c’è un meraviglioso, morbido, perfetto Montgomery Rosso. […]
Il Montgomery Rosso
Il Montgomery Rosso per Ada non è “solo” un cappotto che desiderava tanto avere. Il Montgomery Rosso è il simbolo, la rappresentazione, il segnale essenziale che l’autrice vi condurrà ben oltre il famigerato giaccone a tre quarti chiuso con alamari setosi…
Matesch promette bene. Consiglio questa lettura a tutti gli amanti delle storie scritte con passione e attaccamento alle origini.
Dulcis in fundo…
Nelle ultime pagine del libro c’è una bella sorpresa che vi aspetta. Vi do qualche indizio… segreti, cucina, nonne…
Stop! Enjoy the reading! Ho dato 5 Margherite a Il Montgomery Rosso. Matesch se le merita tutte!
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