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I mei stupidi intenti di Bernardo Zannoni [recensione]

I mei stupidi intenti di Bernardo Zannoni (Ed. Sellerio) è senza dubbio un romanzo originale e piacevole da leggere, seppur con qualche piccolo difetto.

Voglio parlarvene nella recensioneInFiore di gennaio perché ne vale davvero la pena.

Che cosa mi ha convinto e che cosa no

Il linguaggio scorrevole e lo stile filo-camusiano sono i due pregi più lampanti di questo romanzo. Mentre la trama – devo essere sincera – non mi ha entusiasmata.

La scrittura di Zannoni è molto diretta, a tratti senza filtri. Si percepisce la volontà da parte dell’autore di avvicinare il lettore al suo mondo, soprattutto nei passaggi più crudi e più sinceri, in cui le parole compiono una sorta di metamorfosi allegorica tramutandosi in immagini dal forte impatto emotivo.

In questa storia i sentimenti compromettono presente, passato e futuro dei personaggi

I concetti espressi ne I miei stupidi intenti raggiungono un livello tale di profondità interiore, da toccare le corde della sensibilità in modo incisivo. I legami d’amicizia, d’amore e familiari mutano come le stagioni. A seconda del vissuto dei personaggi divengono gabbie, catene, ma anche libertà, conoscenza di sé, dei propri limiti, e del mondo circostante.

In più di un’occasione ho avvertito la difficoltà, la complessità di scavare nell’animo umano e nella natura delle sue contraddizioni. E non solo. L’aspetto introspettivo aleggia in tutto il libro e induce a porsi continuamente domande sul senso della vita e della morte.

L’autore affonda la lama nel tema dell’esistenzialismo, e non troppo silenziosamente, sfiora quello della Fede, tessendo una trama che seduce, nel tentativo di ricucire ferite causate dal dolore, e vuoti che non si colmeranno forse fino alla fine

Non vi nego di essere rimasta colpita in positivo dall’idea che Zannoni abbia scelto degli animali come protagonisti della storia. È riuscito a stupirmi perché li tratta al pari degli esseri umani. E come gli uomini, i protagonisti di I miei stupidi intenti vivono in eterno conflitto, in equilibrio precario, soffrono senza trovare conforto. Si allontanano e si avvicinano, si innamorano e si odiano, desiderano, negano, mentono, fuggono e ritornano, esattamente come succede nei rapporti umani.

I miei stupidi intentiI protagonisti di I miei stupidi intenti sono Archy, la faina, e Salomon, la volpe

Entrambi ricoprono un ruolo fondamentale dalla prima all’ultima pagina. Sono ben caratterizzati. Anche gli scontri sono descritti magistralmente. Archy è fragile, volubile, resiliente, ma allo stesso tempo tenace e a tratti incosciente. Salomon è astuto, crudele, spietato, misterioso. Dovendo fare un paragone tra i due, ho riscontrato che Archy, pur essendo il vero protagonista, rimanesse di più in secondo piano, meno a fuoco, costantemente all’ombra gigantesca di Salomon.

Il mio personaggio preferito di I miei stupidi intenti

Non ho dubbi: Klaus, l’istrice. L’ho adorato in tutto e per tutto. È stata la luce in fondo al tunnel di questo romanzo. L’arcobaleno dopo un furibondo temporale. Tra l’altro, apro una parentesi su quella che credo sia una delle note stonate del libro: la scelta dei nomi (salverei solo quello della volpe). Se avessi la possibilità di intervistare Bernardo Zannoni, tra le mille domande che gli farei ce ne sarebbe una sul perché di questa “strana” scelta. Sarei molto curiosa.

La disperazione della faina è direttamente proporzionale alla spietatezza della volpe, che la sottomette fino a rendere Archy incapace di distinguere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato

Il legame quasi simbiotico che si crea tra queste due figure, così diverse e così lontane tra loro, mi sembra forzato e poco “credibile”, secondo la mia modesta opinione. Troppa durezza per riuscire a vedere Salomon come unica ancora di salvezza per Archy. Il mio pensiero sul rapporto tra Archy e Salomon è racchiuso in un brano evangelico che credo conosciate:

«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

Capisco che Archy non avesse scelta, ma non so perché, mi è sembrata una follia che dopo tutto quello che Salomon aveva fatto passare ad Archy, lo stesso gli fosse in qualche modo riconoscente. Ho fatto fatica a superare questo scoglio. Me lo sono trascinato fino alla fine del libro.

Il dolore cammina lento nel bosco e investe tutti, persino un’altra figura di primo piano, Gioele, il cane da guardia di Salomon, convinto dallo stesso padrone di essere nato da un nido di vespe

Ciascun animale che gravita attorno alla storia porta dentro un peso che sembra alleggerito dagli inganni e dall’illusione di un’unica verità che conoscono: sopravvivere a qualunque costo. La legge del più forte che prevale sul più debole è una legge universale già scritta, ed è quella di Salomon. La volpe custodisce due testi, uno sacro, e l’altro segreto, in uno scrigno inavvicinabile. Ma non vi anticipo nulla. Solo che la sofferenza segue gli animi dei protagonisti come uno spettro, costretti a piegarsi al cospetto di Salomon. Gli animali del bosco vagano da una tana all’altra in cerca di un rifugio più o meno sicuro tentando di racimolare riserve di cibo necessarie a fronteggiare gli inverni rigidi che li apettano al varco.

Trovare pace non è semplice, soprattutto per Archy, che vive in eterna lotta con se stesso e con la volpe che lo tiene prigioniero

Sballottato a destra e a sinistra dalla corrente del fiume in piena della vita, Archy cercherà di cavarsela in circostanze ai limiti del reale. Nell’arco della sua faticosa esistenza, la faina annega nel limbo dei quesisti che lo tormentano. Archy cade e si rialza almeno un milione di volte, e pur non trovando tutte le risposte, continua incessantemente a sforzarsi di cercarle dentro se stesso e nelle memorie di Salomon, suo aguzzino, e paradossalmente, ultimo appiglio rimasto.

La forza de I miei stupidi intenti è racchiusa nel titolo, indovinatissimo, e anche la copertina è promossa a pieni voti

I miei stupidi intenti è un titolo bomba che riassume il nocciolo della storia, e nasconde persino un velo di sarcasmo che si cela nelle intenzioni di Archy, tutt’altro che stupide, ma indubbiamnente azzardate. Ma non importa quanto sia più lungo della gamba il passo di Archy, perché quei passi si tramutano in salti, in motivi, in soluzioni, in sogni, in coraggio vero e proprio che tiene lontano il pensiero della morte, perché la vita fa ancora più paura per le dure prove a cui ti sottopone. Ma se sai scrivere e se sai leggere, potresti farcela. Il messaggio è questo.

Nessuno ha insegnato ad Archy la differenza tra il Bene e il Male

Come si sopravvive all’abbandono di una madre che ti vende al miglior offerente per salvare il resto della prole? Un offerente, Salomon la volpe, che tiene in ostaggio la stagione più bella, quella della rinascita, la primavera. Archy ci prova a trovare una sua strada attraverso la lettura di un libro ricco di contenuti che spesso non riesce a spiegarsi. Ma perché li sente così vicini questi contenuti-dogma? Perché con il tempo inizia a sentire vicino una presenza così ingombrante come quella di Dio? Perché il dolore gli ha insegnato quanto sia importante credere in qualcosa di impalpabile e di assurdo?

Perché il dolore fa male, ma ti aiuta a crescere, è come un ago sottopelle, e può tramutarsi in un’altalena di ragioni, di occasioni che lo aiuta a fluttuare nel vento quando arriva il momento di affrontare la tempesta. Archy a un certo punto deve e vuole fare i conti con la sua vera storia. Non sarà facile lottare con i ricordi, con le occasioni perdute, ma soprattutto con la solitudine.

Non esistono vie di mezzo per I mei stupidi intenti. È un gran bel libro, impegnativo, commuovente, da comprendere, insomma.

Il mio punteggioFiore è 4 su 5. Complimenti all’autore.

 

I mei stupidi intenti

Dettagli prodotto

I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni, VINCITORE DEL 60 PREMIO CAMPIELLO

  • Editore ‏ : ‎ Sellerio Editore Palermo; 1° edizione (26 agosto 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 252 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8838942307
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8838942303
  • Peso articolo ‏ : ‎ 280 g
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